Mobilità sostenibile in Europa e in Italia: position paper ACEA sulla proposta di Regolamento AFIR; il PNRR e le realtà delle città metropolitane

Cerca per...
Cerca
Grazie a Nicolas Failla per aver collaborato a questo articolo

La “European Automobile Manufacturers’ Association” (“ACEA”) si è recentemente espressa, con un position paper (disponibile qui, in lingua inglese), sulla Proposta di Regolamento sulle Infrastrutture per i Combustibili Alternativi, (Alternative Fuel Infrastructure Regulation AFIR”), mirante a garantire la disponibilità e la fruibilità di una rete capillare e fitta di infrastrutture per carburanti alternativi in tutta l’Unione Europea. Questa Proposta andrà a sostituire la Direttiva 2014/94/EU e si inserisce in un pacchetto più ampio di proposte legislative volte a definire come raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, c.d. “Fit for 55%” previsti dalla normativa europea sul clima (Regolamento (UE) 2021/1119), approvata nel giugno 2021 in seguito alla presentazione nel 2019 della comunicazione sull’European Green Deal da parte della Commissione Europea.

Nel suo position paper, ACEA avanza dubbi sull’adeguatezza dell’AFIR rispetto agli ambiziosi obiettivi climatici individuati a livello europeo, pur apprezzando la maggior certezza giuridica dovuta al passaggio da una direttiva a un regolamento, la previsione di obiettivi obbligatori (che sostituiscono quelli che a oggi sono solo obbiettivi indicativi) ed il rafforzamento delle misure di monitoraggio, nonché l’individuazione di requisiti applicabili a tutti i tipi di veicoli. Sottolinea inoltre la necessità di garantire un maggior coordinamento con le nuove norme sui livelli di prestazione in materia di emissioni di CO2 delle nuove autovetture e veicoli commerciali leggeri di cui al Regolamento UE 2019/631.

Nell’attuale contesto di transizione diventa fondamentale indurre i consumatori a sostituire gli attuali mezzi di trasporto con un’alternativa elettrica o a idrogeno per evolvere verso una mobilità sostenibile per i veicoli leggeri. Di qui, l’importanza di costruire ulteriori punti di ricarica pubblici, in modo tale da rassicurare i consumatori e rendere più accessibile la ricarica pubblica per coloro che non hanno accesso a punti di ricarica privati. Se però l’obiettivo deve essere, ai sensi della Proposta di Regolamento AFIR, quello di assicurare la disponibilità e la fruibilità di una rete capillare e diffusa di infrastrutture per i combustibili alternativi in tutta l’UE, per ACEA la previsione di una quota di copertura di punti di ricarica pubblici pari a circa 40%, individuato nella Proposta, appare insufficiente dovendosi invece aspirare, per quanto concerne i veicoli commerciali leggeri, ad un 60% entro il 2030. Inoltre, l’ACEA ritiene che si raggiungerà un consumo di kW/km sensibilmente superiore rispetto a quello prospettato dalla proposta, soprattutto tenuto conto dell’aumento considerevole delle dimensioni delle batterie, ritenendo altresì necessario prevedere una maggiore potenza per i punti di ricarica classica e veloce.

Su tali basi, ACEA propone pertanto una serie di correttivi che mirino a:

  • aumentare la potenza per i punti di ricarica pubblici;
  • allineare le tempistiche di implementazione della rete centrale (c.d. core network) e di quella globale (c.d. comprehensive network) all’interno delle reti trans-europee di trasporto (TEN-T);
  • implementare un parametro che tenga conto della densità di popolazione per aumentare i punti di ricarica pubblici nelle zone altamente popolate (“density parameter”);
  • aumentare i punti di ricarica veloce, diminuendo così il numero totale di punti di ricarica richiesti per Stato Membro (pur restando invariata l’energia totale richiesta per coprire la domanda); e
  • prendere in considerazione le specificità dei furgoni, soprattutto alla luce del ruolo fondamentale che rivestirà l’elettrificazione della logistica urbana negli anni a venire.

Per quanto riguarda i veicoli pesanti elettrici, l’ACEA sottolinea che senza una rete infrastrutturale sufficientemente densa, gli operatori dei trasporti non investiranno, né inizieranno la transizione verso veicoli con nuovi sistemi di propulsione. Inoltre, così come per i veicoli leggeri, l’ACEA esamina alcune problematiche e propone delle soluzioni incentrate soprattutto sull’aumento del numero dei punti di ricarica e della potenza degli stessi a livello di rete centrale e globale TEN-T, nonché a livello urbano.

Oltre alla soluzione elettrica, i due progetti propongono anche la soluzione dell’idrogeno, per la quale l’ACEA raccomanda principalmente di concentrarsi sulla diminuzione della distanza massima tra le stazioni di rifornimento e sull’accelerazione della loro diffusione.

Le iniziative adottate a livello europeo, trovano seguito a livello nazionale, con quanto previsto nella sezione apposita del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (“PNRR”) dedicata alla missione relativa alla “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, che include anche la componente “Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile”. Il PNRR, infatti, ha previsto di investire nello sviluppo di un trasporto locale più sostenibile, nella sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto stradale (al riguardo il PNRR menziona la Direttiva 2014/94/EU, che sarà sostituita dall’AFIR), nello sviluppo delle infrastrutture di ricarica elettrica, nelle batterie rinnovabili e infine nel rendere i trasporti comuni elettrici.

Dal testo del PNRR emerge che per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni e dell’inquinamento fissati per il 2030 sia necessario dare un forte impulso alla mobilità sostenibile, costruendo tre milioni di punti di ricarica per auto elettriche e 1.000 stazioni di rifornimento a idrogeno. L’obiettivo assegnato a Next Generation EU è di consentire di realizzare metà di tale incremento entro il 2025. L’obiettivo complessivo dell’Italia, nell’ampio contesto dell’e-mobility, necessario a coprire il fabbisogno energetico richiesto dai veicoli elettrici, è di oltre 3,4 milioni di infrastrutture di ricarica al 2030, di cui 32.000 pubblici, veloci e ultraveloci. A tale riguardo il piano prevede 750 milioni di euro di finanziamenti al 2026 per la realizzazione di circa 21.400 punti di ricarica con un focus sui punti di ricarica fast (cioè dalla potenza di 50 kilowatt) in città e nelle superstrade.

Coerentemente iniziative connesse alla mobilità sostenibile sono state intraprese anche a livello locale da parte degli enti che hanno un contatto per definizione più stretto con il territorio, nel tentativo di adeguare le realtà territoriali ai progetti della CE, dell’ACEA e del PNRR. Delle tante iniziative locali, si citano a titolo di esempio quelle intraprese dalle tre più grandi città metropolitane, ossia Roma, Milano e Napoli.

Il progetto Smart city, adottato dalla Giunta Capitolina a marzo 2021, include un progetto di e-mobility per garantire l’accesso alla mobilità elettrica e ai servizi di car sharing a tutta la popolazione e ai turisti di Roma. Questo progetto si innesta in una pianificazione comunale già attenta alla mobilità sostenibile, come dimostrato dal piano capitolino della mobilità elettrica 2017-2020 che ha portato, tra le altre cose, all’installazione di oltre 100 punti di ricarica sia standard che veloce per mezzi elettrici sul territorio di Roma.

La città di Milano ospita da anni l’evento e_mob – conferenza nazionale dedicata alla mobilità elettrica – che nel 2021, all’insegna dello slogan “un’altra mobilità è possibile”, ha portato alla redazione e alla presentazione della Carta di e_mob 2021, documento con suggerimenti su azioni verso l’elettrificazione da realizzare entro il 2026, nella cornice del PNRR. Inoltre, Milano partecipa all’evoluzione verso una mobilità sostenibile con diversi progetti, tra cui Green move – sviluppato dal Politecnico di Milano e cofinanziato da Regione Lombardia – che prevede di cambiare i modelli di mobilità urbana e metropolitana attuali per piccoli veicoli elettrici basati su articolati meccanismi di vehicle sharing. Tale progetto prevede nel futuro un’importante costruzione di punti di ricarica elettrici in modo tale da incitare consumatori, costruttori automobilistici e fornitori di energia elettrica a evolvere verso questo nuovo tipo di mobilità.

Infine, la città di Napoli partecipa attivamente al cambiamento e all’evoluzione verso la mobilità sostenibile fin dal 2013, con il progetto Green Mobility Sharing volto a creare 200 auto elettriche e 80 punti di ricarica in tutta la città di Napoli, con lo scopo di sviluppare sempre di più il car sharing e diminuire il numero di veicoli privati. Per di più, la città di Napoli, oltre ad aver recentemente inaugurato una nuova rete di ricarica di 180 punti in tutta la città, propone in un nuovo progetto di modernizzare l’attuale bike sharing aggiungendo alle biciclette una pedalata assistita da una batteria elettrica.

Articolo inserito in: Automotive & Mobility
Indietro
Seguici su