Medici sui social: come evitare rischi e usi impropri

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Questo articolo è stato pubblicato l’11 gennaio 2024 su AgendaDigitale.eu, all’interno della nostra rubrica “Legal Health”.

Lo scorso 21 luglio 2023 la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (“FNOMCeO”) – gruppo di lavoro ICT – ha pubblicato un documento di Raccomandazioni per l’uso dei social media, posta elettronica e instant messaging nella professione medica e nella comunicazione medico-paziente (“Raccomandazioni”), che rappresenta il primo tentativo di fornire linee guida che possano orientare i medici italiani nell’utilizzo di questi nuovi sistemi di comunicazione, sulla falsariga di analoghe iniziative portate avanti all’estero da diverse associazioni e società scientifiche[1].

Obiettivi delle raccomandazioni

Nelle intenzioni dei suoi redattori, il contenuto delle Raccomandazioni dovrebbe modificare ed integrare, in futuro, l’attuale Codice di Deontologia Medica nelle sezioni dedicate alla informatizzazione e innovazione sanitaria, ed alle attività di comunicazione e pubblicità sanitaria svolte dai medici.

Obiettivo delle Raccomandazioni è quello di prevenire e limitare le potenziali ripercussioni negative che i pazienti e gli stessi professionisti sanitari potrebbero riscontrare a causa di un utilizzo improprio di tali strumenti, in particolare derivanti dalla condivisione da parte dei medici di informazioni e contenuti sanitari tramite i social network e dall’utilizzo di sistemi di comunicazione elettronica (email, instant messaging, etc.) nelle interazioni con i pazienti, tenuto conto che oggi – anche in conseguenza del periodo pandemico – questi canali sono sempre più utilizzati anche dai medici. Peraltro, proprio durante il periodo pandemico sono emerse talune criticità in particolare in punto di eccessiva quantità di informazioni, molte di esse anche false e fuorvianti, diffuse sul web (c.d. infodemia) che possono causare l’insorgere di comportamenti dannosi per la salute dei cittadini/pazienti nonché, più in generale, generare sfiducia verso il sistema sanitario nazionale ed i professionisti che vi operano.

L’uso di social nelle interazioni medico/paziente: guida a un uso appropriato ed etico

FNOMCeO propone in primo luogo delle raccomandazioni per un utilizzo “appropriato ed etico” dei social media da parte dei medici, prendendo come esempio le linee guida già adottate dalle principali società scientifiche internazionali e adattandole al contesto italiano. Fra i punti di maggiore interesse:

Separazione dell’attività privata/professionale

Il medico che è attivo sui social media dovrebbe creare due profili distinti, uno privato ed uno utilizzato a fini professionali, al fine di non compromettere il necessario rapporto di fiducia con i pazienti anche a causa dell’accesso di questi ultimi ai contenuti personali che il sanitario potrebbe condividere (si pensi ad es., a contenuti di tipo” politico”). Per tali ragioni, si suggerisce al medico di utilizzare profili personali “privati”, accessibili solo previa “richiesta di amicizia”, e di porre estrema cautela nell’accettare amicizie da pazienti, per evitare di pregiudicare il rapporto di fiducia con il proprio assistito[2].

Accuratezza scientifica dei contenuti pubblicati ed altre cautele

I medici, a prescindere dal profilo social utilizzato (privato o professionale) dovrebbero condividere solo contenuti di comprovata esattezza scientifica, evitando consigli clinici individuali e dichiarando sempre di parlare a nome personale e non della struttura in cui lavorano. Secondo FNOMCeO, il medico deve infatti contribuire a diffondere sul web la cultura scientifica e l’informazione sanitaria “scrivendo di salute” e “non di medicina e di cure” al fine di favorire l’empowerment del cittadino. Inoltre, quale regola generale, il medico dovrebbe sempre tenere a mente che un qualsiasi contenuto, una volta pubblicato sul web, sfugge al controllo del suo autore e potrebbe risultare accessibile a un numero indefinito di soggetti per un periodo altrettanto indefinito di tempo.

Tutela della privacy del paziente e della reputazione altrui

Il medico presente sui social è tenuto a proteggere la privacy dei propri pazienti non pubblicando post che contengono dati sanitari personali e garantendo l’anonimato e la non riconoscibilità in caso in cui discuta pubblicamente un caso clinico. Inoltre, il professionista è tenuto ad usare estrema cautela nell’esprimere giudizi, commenti e opinioni, riflettendo sempre su come il pubblico possa percepire i contenuti pubblicati.

Conflitti di interesse

Fermo restando il divieto per i medici di promuovere direttamente prodotti sanitari, si raccomanda al medico di rendere esplicito nei propri contenuti social l’eventuale presenza di potenziali conflitti di interesse con un “tag” elettronico, ad esempio #COI o #NOCOI – “conflict of interest” / no “conflict of interest”[3] – o tramite un link ad una disclosure form(un tipico esempio potrebbe essere quello di un contributo scientifico prodotto dal medico su un determinato trattamento, contributo supportato economicamente dall’azienda produttrice del trattamento).

Social network e pubblicità sanitaria

È evidente come i social network possano essere (ed effettivamente sono) sempre più utilizzati dai professionisti sanitari come strumento promozionale, far conoscere la propria attività ed i relativi servizi. Al riguardo, si ricorda che la legge n. 145/2018 (art. 1, co. 525) consente agli “iscritti agli albi degli Ordini delle professioni sanitarie” di effettuare pubblicità sanitaria purché (i) contenga unicamente informazioni sui titoli e le specializzazioni possedute, le caratteristiche dei servizi offerti ed i relativi costi; e (ii) il messaggio sia funzionale a garantire il diritto ad una corretta informazione sanitaria, restando escluso qualsiasi elemento di carattere attrattivo e suggestivo, tra cui comunicazioni contenenti offerte, sconti e promozioni, che possa determinare il ricorso improprio a trattamenti sanitari. Il riferimento a “offerte, sconti e promozioni” è frutto di una recentissima innovazione legislativa[4] con cui il legislatore ha voluto chiarire il divieto di comunicazioni tese ad attrarre i pazienti facendo leva sui prezzi.

Inoltre, in relazione a farmaci e dispositivi medici, la legge[5] e le linee guida[6] del Ministero della Salute vietano per il professionista sanitario di agire come testimonial che raccomanda al pubblico l’uso di determinati prodotti.

Infine, anche ai sensi del Codice di Deontologia Medica, art. 56, il medico non può concedere patrocinio a forme di pubblicità promozionali finalizzate a favorire la commercializzazione di prodotti, sanitari e non, di aziende terze.

Pertanto, le possibilità per il professionista sanitario di avvalersi dei social network a fini promozionali – sia propri che di terzi – sono nei fatti molto limitate. È dunque necessario prestare la massima attenzione a simili tipologie di comunicazione.

L’utilizzo di sistemi di posta elettronica nella comunicazione medico/paziente

Una seconda serie di proposte riguarda l’impiego di sistemi di posta elettronica nella comunicazione medico/paziente. L’uso della posta elettronica da parte del medico può essere molto utile, ad esempio, nella gestione dei follow-up a seguito di visite mediche, garantendo maggiore costanza nel rapporto tra medico e paziente il quale può continuare a godere dell’assistenza del professionista anche tramite la condivisione di link e materiali di approfondimento. Le raccomandazioni sviluppate da FNOMCeO sono una rielaborazione delle indicazioni dell’American Medical Association e sono distinte tra quelle che si occupano di tutela della privacy del paziente, e quelle concernenti la gestione pratica della posta elettronica, in particolare:

Tutela della privacy

È importante che il medico utilizzi posta elettronica solamente con pazienti conosciuti e previo loro consenso informato all’uso di questi strumenti; il paziente deve inoltre essere consapevole di chi avrà accesso alle proprie informazioni personali, oltre al medico (qualora ciò sia previsto e necessario). Nella gestione della posta è raccomandato l’utilizzo di sistemi di cifratura dei messaggi e, per le attività che richiedono la comunicazione di dati sensibili, l’utilizzo di piattaforme sul web che permettono una comunicazione in ambienti digitali maggiormente protetti e sicuri, integrando la comunicazione con sistemi di gestione della cartella clinica /scheda sanitaria.

Gestione della posta

Si raccomanda ai medici di implementare sistemi di risposta automatica di notifica di ricezione di un messaggio, e di stabilire giorni e orari in cui si è disponibili a rispondere alle domande tramite posta, anche fissando un tempo massimo per tali risposte. Sarebbe inoltre opportuno per il medico identificare un formato standard di messaggio per agevolare la comunicazione, archiviare tali interazioni nella cartella clinica e usare sistemi di back-up dei dati per evitare di perdere conversazioni importanti.

Comunicazione medico-paziente tramite instant messaging

L’utilizzo di sistemi di messaggistica istantanea – a partire dalla popolare piattaforma WhatsApp – è ad oggi ampiamente diffuso fra i medici sia nelle interazioni con i colleghi sia con gli stessi pazienti, avendo l’innegabile pregio di garantire immediatezza ed efficacia alle interazioni, e consentendo altresì lo scambio di documenti in vari formati. Tuttavia, il loro utilizzo presenta anche indubbie criticità, sia dal punto di vista del carico di lavoro dei medici – che potrebbero vedere aumentare le richieste di interazione da parte dei pazienti sino a livelli non sostenibili – sia dal punto di vista della gestione dei dati, in termini di sicurezza dei dati condivisi.

Conclusioni

Non esistendo ad oggi linee guida esaustive in materia, FNOMCeO non esprime una propria posizione su questa tematica ma si limita ad esortare autorità e operatori a stilare delle raccomandazioni sull’utilizzo di sistemi di instant messaging da parte dei medici, con particolare riguardo agli aspetti tecnici, organizzativi ed etici relativi al loro utilizzo, nonché  alla confidenzialità dei dati e alla privacy, raccomandando a tale fine anche il coinvolgimento del Garante per la Protezione dei Dati Personali.

 


 

[1] British Medical Association (BMA), American Medical Association (AMA), American College of Physician (ACP), Canadian Medical Association (CMA), Australian Medical Association.

[2] A differenza di FNOMCeO, la British Medica Association raccomanda, in maniera più netta, di rifiutare le richieste di amicizia provenienti da pazienti.

[3] Similmente a quanto già avviene ai sensi dell’art. 2 del Regolamento Digital Chart dello IAP “Istituto di Autodisciplina pubblicitaria” (nonché delle indicazioni di AGCM) che richiede l’inserimento di hashtag quali” adv” nei post di celebrity, influencer e figure analoghe aventi finalità promozionale.

[4] Ad opera del D.L. n. 69 del 13 giugno 2023 (art. 6).

[5] Art. 117, co. 1, lett. f), del D.Lgs. n. 219 del 24 aprile 2006, applicabile anche ai dispositivi medici secondo giurisprudenza consolidata.

Articolo inserito in: AgendaDigitale, Life Sciences
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